Martella: «Il recovery fund per un’editoria 5.0. Copyright: equilibrio con gli over the top»
Lo hanno battezzato piano Editoria 5.0, sulla scia di quello che fu il piano Industria 4.0. Prevede interventi per favorire la transizione tecnologica della filiera, investire sul capitale umano e sostenere la domanda di informazione. E, questa l’intenzione dell’esecutivo, sarà sostenuto grazie ai fondi del recovery fund. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’Editoria Andrea Martella, intervenendo a Glocal, il festival del giornalismo digitale promosso da VareseNews, svoltosi in questo 2020 in un’edizione totalmente online.
«Vogliamo estendere alle imprese editoriali quegli incentivi di carattere fiscale già presenti per l’industria 4.0», ha spiegato l’esponente del governo. Ovvero il credito di imposta, rivolto «agli investimenti in beni strumentali, alla formazione di nuove professionalità digitali e alla riqualificazione professionale degli over 45». Ai quali si affiancheranno «misure di sostegno ad investimenti in dispositivi di protezione tecnologica, per garantire la cybersecurity e contrastare la pirateria digitale».
Ha proseguito: «Vogliamo inoltre aprire anche al settore editoriale la possibilità di partecipare a bandi per la ricerca e sviluppo legati all’agenda digitale, dando loro l’accesso a contributi in conto capitale per l’implementazione di progetti di marketing editoriale per ottimizzare la catena professionale».
Sul tema occupazionale, Martella ha ribadito l’impegno a «tutelare il lavoro giornalistico scoraggiando l’elusione e il dumping contrattuale, affrontando il tema della dignità, del giusto compenso al lavoro giornalistico e il contrasto alla precarietà».
Il terzo filone di interventi ha riguardato invece il sostegno alla domanda di informazione. «Vogliamo promuovere l’alfabetizzazione digitale, favorendo l’informazione e la lettura critica». Decisione di ieri quella di stanziare bonus da 100 euro per le famiglie con un indicatore Isee inferiore ai 20mila euro per la sottoscrizione di abbonamenti digitali a testate giornalistiche.
Sulla formazione al digitale hanno insistito anche Google e alcune delle testate più innovative a livello internazionale, come Financial Times, Village Media, El Diario e Mamamia che a Glocal hanno raccontato le esperienze di successo della Google News Initiative (GNI). Il confronto è stata un’occasione per raccontare il Digital Growth Program di Google, un programma di formazione gratuita per redazioni di piccole e medie dimensioni, il cui obiettivo è valorizzare i contenuti online e superare le sfide economiche seguite alla pandemia.
Con Google, il sottosegretario Martella si è confrontato in un dialogo sulla direttiva copyright insieme a Luca Lani di City News, Fabrizio Barbato di Fanpage e Matteo Rainisio di ANSO. L’incontro è stato coordinato da Marco Giovannelli, presidente di Anso e direttore del festival Glocal. L’obiettivo, secondo il sottosegretario, è quello di «trovare un equilibrio con gli over the top ma anche con le piccole realtà editoriali che amano il copyright ma vogliono vedere circolare ciò che fanno. Dobbiamo contemperare interessi contrapposti in un assetto regolato che impedisca effetti distorsivi o posizioni dominanti che vadano a discapito della qualità e del pluralismo dell’informazione».
Per Enrico Bellini, Government Affairs & Public Policy Manager di Google per l’Italia, «Google ha ben accolto fin dall’inizio l’idea di una revisione della Direttiva copyright, nell’ottica di adeguamento a un mondo sempre più evoluto e digitale, e da mesi è al lavoro per rendere i propri prodotti conformi al contesto normativo e in grado di remunerare al meglio il giornalismo di qualità. Per quanto riguarda il trasferimento di valore, grazie alle proprie piattaforme pubblicitarie solo l’anno scorso Google ha distribuito al comparto editoriale 14 miliardi di dollari a livello globale.»
«Un dato importante» ha continuato Bellini, «se si considera che in Italia la raccolta pubblicitaria legata alla ricerca di notizie sulle piattaforme Google genera poco più di 3 milioni di euro all’anno, mentre il numero di ricerche sulla Search inerenti alle notizie, rispetto al totale di ricerche fatte in Italia, sono appena superiori al 3%.»
Il sottosegretario Martella ha concluso sottolineando «la nostra disponibilità ad ascoltare più realtà possibili nelle prossime fasi e avere dei consigli, anche su questioni più tecniche, per supportarci nella finalizzazione dei decreti attuativi per essere sicuri di dare voce anche alle realtà più piccole per tutelare il pluralismo dell’informazione. Noi contiamo di riuscire a terminare il percorso legislativo entro il prossimo giugno».
La proposta del sottosegretario è stata ben accolta dai partecipanti al tavolo e Luca Lani, Amministratore delegato di City News, ha aggiunto «La direttiva europea sul copyright è un grande passo avanti per il rapporto tra piattaforme e editori, ma il legislatore deve comprendere le differenze tra motore di ricerca e aggregatori per evitare di fare una legge sbagliata che penalizzi il consumatore».